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Informarsi per capire e leggere la Storia

Loredana Macchietti incontra gli alunni delle classi terze scuola secondaria per raccontare la carriera e le interviste del marito Gianni Minà.

Utente Editor Taverna-Scalo

da Editor Taverna-scalo

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La vita di un giornalista, quella di mio marito Gianni Minà”. Ha esordito così Loredana Macchietti nel presentare un protagonista d’eccezione della storia e del giornalismo del secolo scorso e dei primi anni del duemila. Raccontata in buona parte in un documentario che fa parte di un progetto chiamato “memoria dinamica, – ha precisato Loredana Macchietti – perché ha fatto in modo di lasciare le sue memorie da vivo, come certificazione di aderenza alla realtà, quella che ha raccontato in tutta la sua carriera”. Una carriera fatta di tanto studio e impegno associato a capacità uniche come quella di ricordare decine di domande e tutte le informazioni che riguardavano la persona da intervistare.

Intervista alla quale si è sottoposta la documentarista Loredana Macchietti rispondendo alle tante domande preparate dalle alunne e dagli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado dell’IC Montalto Uffugo Taverna – Scalo riunite venerdì scorso nell’aula magna, a partire dalla sua collaborazione professionale con Minà, insieme alle tante curiosità sulle imprese giornalistiche realizzate partendo proprio dalla famosissima intervista realizzata con Fidel Castro. “Un’intervista durata 16 ore, un record assoluto, preparata in quattro anni di studio e con 130 domande da rivolgere al leader cubano” ha raccontato la moglie del celebre giornalista insieme ai tanti episodi che hanno preceduto e accompagnato quello che è ricordato come un evento unico raccontato nel libro “Fidel. Un dialogo lungo trent’anni”. Poi il racconto, insieme a tante curiosità, delle altre interviste realizzate ascoltando i grandi protagonisti della seconda metà del secolo scorso come Diego Armando Maradona, Cassius Clay, Sergio Leone e altre decine di figure note e meno note.

Da lì una lezione su quello che dovrebbe essere il giornalismo e come lo interpretava suo marito Gianni Minà.

“Un mestiere, quello del giornalista, che dovrebbe incarnare quello di una figura che aiuta a far capire, a conoscere, a fare memoria. Solo così possiamo diventare persone migliori e far progredire la nostra società. Poi, con l’avvento di internet, che ha rivoluzionato la nostra società e il nostro modo di informarci, è cambiato anche il ruolo del giornalista che attraverso la narrazione che fa degli eventi diventa uno strumento al servizio di qualcosa o di qualcuno. La conoscenza critica dovrebbe invece guidare il nostro modo di informarci e di comprendere quello che ci accade e accade intorno a noi”.

Alle domande sul lavoro professionale si sono poi aggiunte quelle che hanno consentito di raccontare il Minà uomo. Presentato come schivo e riservato, “ma deciso e perseverante, studioso, colto e assetato di conoscenza e di umanità, quell’umanità che ha provato a raccontare anche attraverso le tante persone intervistate durante la sua lunga carriera”.

Tante ancora le considerazioni e il racconto della realtà politiche, storiche e sociali del sud America e di Cuba che si sono intrecciate nei tanti racconti fatti da quel continente.

Un momento di crescita e di confronto – che rientra nel filone degli incontri Orientiamoci – che ha consentito alle alunne e agli alunni di ascoltare dalla viva voce della sua compagna e collaboratrice Macchietti cosa significa fare giornalismo, come informarsi e quanto sia importante conoscere la storia attraverso la voce dei suoi protagonisti.

 

https://www.cosenzachannel.it/2024/11/27/gianni-mina-raccontato-dalla-moglie-loredana-macchietti-lintervista/